L'infanzia comprende un periodo della vita particolarmente importante in quanto il modo in cui il bambino elabora gli stimoli provenienti dall'esterno, il tipo di stimoli che riceve e il processo di sviluppo fisico e psichico incidono notevolmente sulla formazione della personalità.
Fin da subito il bambino è predisposto ad imparare a rispondere nel modo più consono agli stimoli esterni ed interni attraverso un processo di adattamento che gli permette di diventare sempre più competente nella gestione dei contesti di vita.
LA CRESCITA CORPOREA E LO SVILUPPO MOTORIO
Dall'infanzia all’adolescenza, crescita il bambino subisce repentini e sostanziali mutamenti nella propria immagine corporea acquisendo nuove abilità.
Ad esempio la testa del neonato e i suoi occhi, che tendono ad evocare tenerezza e accudimento a causa della loro forma e proporzione, si avvicinano lentamente alle dimensioni adulte. Il bambino piano piano impara a compiere movimenti più precisi, a dosare la forza, perfeziona la sua motricità fine.
La trasformazione fisica è connessa ad importanti risvolti psicologici.
La relazione con il “mondo dei grandi” cambia insieme al corpo. Un bambino molto alto, ad esempio, viene percepito da noi come più adulto rispetto ad un coetaneo più basso che può facilmente esprimere l'idea di immaturità. A sua volte queste differenze fisiche influenzeranno anche il rapporto del bambino con il mondo dei pari. Esistono infatti delle caratteristiche corporee che vengono ipervalorizzate dal gruppo dei coetanei, altre che possono dar luogo a comportamenti di espulsione dal gruppo, alla presa in giro, fino ad arrivare a veri e propri fenomeni di bullismo.
Vivere in modo problematico queste differenze individuali, può dare origine a disturbi legati alla percezione del proprio corpo, come nel caso della dismorfofobia, che diventa più frequente nell’adolescenza.
LO SVILUPPO COGNITIVO
In questa fase del ciclo vitale il nostro sviluppo cognitivo è massimamente produttivo . Il bambino, come spesso notano genitori e parenti, “impara ogni giorno qualcosa”, la sua mente è flessibile e recettiva, il suo pensiero si modifica rapidamente. Piaget sostiene che lo sviluppo intellettivo attraversa diversi stadi:
1. L’intelligenza senso-motoria si struttura prima dell’apparire del linguaggio ed è prelogica. La sua maturazione avviene nei primi 18 mesi.
2. L’intelligenza pre-concettuale e intuitiva emerge quando compare la funzione simbolica, in particolare il linguaggio (18 mesi – 7 anni).
3. L’intelligenza operatoria è organizzata secondo strutture verbali e logiche. Si divide in operatoria concreta (7-11 anni) e operatoria astratta (oltre gli 11 anni).
Lo sviluppo cognitivo problematico
Sono molte le patologie che hanno origine da uno sviluppo cognitivo problematico a causa di fattori genetici o ambientali che ne influenzano l'andamento. Un contesto di vita stimolante e gratificante tende a favorire ed arricchire le capacità cognitive dei bambini, mentre un ambiente poco incentivante all'apprendimento e all'esplorazione tende ad avere un effetto contrario. Ma è pur vero che, indipendentemente dalla deprivazione di stimoli ricevuti, un bambino può sviluppare delle doti cognitive anche superiori alla media nei casi di resilienza, ovvero la capacita di una persona di reagire a stress, traumi, condizioni di vita sfavorevoli che, generalmente,per la maggior parte degli individui, risultano compromettenti il proprio benessere e il proprio sviluppo.
LO SVILUPPO AFFETTIVO
Lo sviluppo affettivo riguarda l’area delle relazioni umane ed il modo in cui il bambino si relaziona agli altri significativi. La più primitiva e più significativa relazione, definita da alcuni orientamenti come “primaria”, per sottolinearne il ruolo centrale, è quella con la madre che funziona da prototipo per tutte quelle successive: sulla base di essa si struttureranno tutte le altre.
Sentimenti, emozioni ed umore
Nell’ambito dell’affettività è necessario differenziare sentimenti, emozioni ed umore.
I sentimenti sono la parte più stabile e persistente dell’affettività, nonché la componente basilare dell’affettività.
Le emozioni sono stati affettivi spesso molto intensi ma più transitori, insorgono e si esauriscono rapidamente, si esprimono anche a livello neurovegetativo (come quando aumentiamo la sudorazione per una forte emozione o il cuore ci comincia a battere forte dando luogo alla tachicardia).
L’umore invece, è la tonalità affettiva di base, costituisce il temperamento di base di una persona in un certo periodo della sua vita.
Lo sviluppo affettivo problematico
In alcuni casi, lo sviluppo affettivo procede in modo difficoltoso e succede che:
I. Subisce un arresto e non raggiunge la fase successiva. È il caso per esempio del bambino di 10 anni affetto da ansia da separazione che non accetta di abbandonare il letto dei suoi genitori.
II. Si osserva un ritorno a modalità interattive precedenti che erano state abbandonate e il bambino non riesce più a mettere in atto comportamenti precedentemente acquisiti appropriati alla sua età mentale.
III. Il bambino utilizzi modelli relazionali disfunzionali.
Alcuni teorici dell’attaccamento hanno descritto questi fenomeni facendo ricorso ai modelli operativi interni (MOI).
I MOI sono degli schemi relazionali interni che nascono dall’interiorizzazione delle prime relazioni significative e guideranno il soggetto, oltre cha a livello affettivo, anche a livello comportamentale, relazionale e cognitivo in quanto le capacità cognitive, lo sviluppo fisico e l’accrescimento delle abilità sociali influenzano la sfera affettiva e sono da essa influenzati.
Il cambiamento nei modelli operativi può determinarsi, ad esempio, quando un genitore precedentemente disponibile e comprensivo, a causa di eventi personali, diventi ansioso o profondamente depresso, diminuendo il suo livello di sensibilità nei confronti del figlio. Al contrario, se un genitore risponde più sensibilmente ai bisogni affettivi del suo bambino, questo ricostruirà o potenzierà un modello operativo di sé valido.
Uno sviluppo affettivo buono risulta essere un fattore protettivo in molte patologie infantili quali la Fobia Scolastica, l’Ansia da Separazione e l’Ansia Sociale, i Disturbi dell’Evacuazione (come nel caso dell’Enuresi), il Mutismo Selettivo, il Disturbo Reattivo dell’Attaccamento.
La sfera affettiva è coinvolta anche nei disturbi d’ansia, nei disturbi dell’umore (come ad esempio nella depressione) e nei disturbi alimentari.
Attaccamento sicuro, evitante, ambivalente disorientato
Il comportamento affettivo dei bambini è stato catalogato dagli studiosi utilizzando un paradigma sperimentale chiamato Strange Situation. Da esso sono nate inizialmente tre categorie comportamentali, alle quali ne è stata successivamente aggiunta una quarta. Esse descrivono il tipo di interazione tra il bambino e sua madre classificandolo secondo il tipo di attaccamento mostrato dal bambino verso questa figura genitoriale .
- Parliamo di attaccamento sicuro quando il bambino dimostra di aver fiducia nella disponibilità e nel supporto della figura di attaccamento e si sente libero di poter esplorare il mondo. Tale stile sarebbe promosso da una figura sensibile ai segnali del bambino, disponibile e pronta a dargli protezione nel momento in cui il bambino lo richiede. Alcuni tratti caratteristici sono: la convinzione di essere amabile, l’assenza del timore di abbandono e la fiducia nelle proprie capacità e in quelle degli altri.
- L’attaccamento insicuro evitante presuppone che il bambino costruisca le proprie esperienze facendo esclusivo affidamento su se stesso, senza l´amore ed il sostegno degli altri, ricercando l´autosufficienza anche sul piano emotivo. I tratti che maggiormente caratterizzano questo stile sono: insicurezza, convinzione di non essere amato, percezione del distacco.
- Nell' attaccamento insicuro ambivalente, se il bambino ha sperimentato risposte intermittenti ed imprevedibili alle sue richieste di affetto, svilupperà un modello mentale di sé come di una persona vulnerabile e degli altri come persone inaffidabili.
- Successivamente è stata inserita un’ultima categoria, quella dell’ attaccamento disorganizzato/Disorientato, che descrivere le diverse gamme di comportamenti spaventati, strani, disorganizzati o apertamente in conflitto, precedentemente non individuati.
LO SVILUPPO SOCIALE
Il mondo sociale del bambino costituisce una delle aree più importanti nella sua vita. La famiglia rappresenta il primo ambito sociale di cui il bambino è parte. Raggiungendo una maggiore maturità relazionale diventano significative anche altre influenze, in primis del gruppo dei coetanei, ma anche della scuola, del contesto sportivo e dei mass-media.
Gli amici rappresentano un elemento di confronto costante attraverso cui il bambino può misurare sé stesso e la sua crescita. Il fenomeno della identificazione conduce il bambino a pensare, sentire ed agire come se le caratteristiche dell’altro fossero le proprie. La posizione che si assume all’interno del gruppo influisce sull’autostima e sull’auto-efficacia.
È proprio per questo motivo che fenomeni di presa in giro e di bullismo all’interno del gruppo acquisiscono una enorme rilevanza.
Le ragioni che possono far sentire un individuo scomodo nel suo gruppo di coetanei sono numerose e spesso egli tende a pensare di risolvere il problema evitando il contesto che gli crea il disagio e rifugiandosi in contesti meno ansiogeni che però possono generare dipendenza come per esempio la dipendenza da internet. In questo modo si entra in un’altra nuova comunità in cui, se da un lato ci si sente parte di qualcosa, dall’altra ci si sente protetti, seduti davanti al proprio computer, sulla propria scrivania, in un ambiente percepito come familiare.
Negli ultimi anni tuttavia, il fenomeno della rete ha assunto una valenza più ampia, non si può più relegare la sua funzione ad una dimensione di rifugio, ma si è innescato un vero e proprio nuovo modo di vivere la socialità.
L’infanzia rappresenta una fase del ciclo vitale molto delicata in cui la vigilanza, l’attenzione e la sensibilità dei genitori rispetto alla salute psicofisica del bambino costituisce una grande risorsa per una crescita serena, all’interno e all’esterno del contesto familiare.
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